Era il giugno del 1940 quando i Sovietici occuparono l'Estonia, una piccola nazione sul litorale orientale del Mar Baltico. Il paese allora aveva una popolazione di 1.134.000, il novanta per cento dei quali era di etnia estone. Il partito comunista locale contava appena 150 membri. In un anno i Sovietici fecero sentire la propria presenza uccidendo e deportando 21.000 "nemici della popolo": erano essenzialmente uomini, militari, ufficiali di polizia, imprenditori, sacerdoti, attivisti politici, cittadini prominenti e le loro famiglie. Le chiese e le comunità religiose perseguitate, la proprietà privata confiscata, persino le associazioni dei ragazzi, vicine alla chiesa, furono sciolte. Trentatremila giovani estoni costretti nell'Armata Rossa, per essere poi inviati sul fronte. Infine, l´ultimo atto, con elezioni a lista unica, sotto intimidazioni, i comunisti trasformarono l'Estonia in una Repubblica sovietica. Minacciati di arresto e di deportazione, molti estoni furono costretti a trovare rifugio nalla foresta. Era l'inizio di un movimento denominato la "fratellanza della foresta" ( in estone "metsavendlus"). Quando giunsero i nuovi occupanti del 1941, i nazisti, la gente invase le strade con scene di giubilo. Le truppe tedesche furono accolte come liberatori contro la tirannia brutale dei comunisti. Nel paese venne immediatamente istituito un governo provvisorio alleato della Germania e delle nazioni aderenti all'Asse. Quando i nazionalsocialisti si ritirarono nell´autunno di 1944, incalzati dall´avanzata dell´Armata Rossa, gli estoni si trovarono nuovamente nella drammatica scelta di seguire l´alleato oppure restare sul territorio nazionale per combattere l´invasore. La divisione Estland, inquadrata nell´esercito tedesco, intraprese il suo viaggio verso l´estrema difesa di Berlino mentre invece in Estonia il movimento estone di indipendenza aveva stabilito le proprie relative autorità di comando. Il nuovo governo provvisorio, denominato comitato nazionale della Repubblica estone, ebbe vita breve: Tre giorni, defenestrato dal ritorno dell´Armata Rossa. In uno scritto, il partigiano anticomunista Thoomas Läär, descrive "come l´Unione Sovietica ha trasformato l'Estonia in una base militare enorme, in cui parecchi clienti locali (i comunisti) possono disporre di 100/150.000 soldati sovietici per compiere saccheggi, sopraffazioni, soprusi ed appropriazioni indebite in nome del popolo. Inutile ogni resistenza concreta, ogni tentativo di scontro diretto, con un rapporto di un soldato estone per ogni quaranta sovietici". Come nel 1940, i Sovietici, cominciarono immediamente la loro opera di "democratizzazione coatta" con arresti e deportazioni di massa in Siberia. Tra i molti sfortunati anche il ministro della pubblica istruzione del tempo Arnold Susi ritrovatosi nello stesso accampamento di gulag dello scrittore Alexandr Solzhenitsyn. Come costume staliniano si tennero elezioni fasulle per instaurare sotto il volere del popolo un nuovo stato comunista. "Fighting from the Forest for Freedom" scritto da Marek Chodakiewicz spiega come l´obiettivo dei comunisti, dei sovietici in generale, "fosse in primo luogo quello di spazzare via tutte le tracce del mondo precedente, dell´antica tradizione secolare anseativa, cominciando con il distruggere i monumenti e le opere d'arte, cancellando ogni forma del passato perfino cambiando i nomi delle vie e delle città". Ciò era l'inizio della seconda occupazione sovietica. Ancora una volta l´oscurita delle foreste hanno celato "parecchie decine dei migliaia di persone." Erano infatti circa 15.000 i fratelli della foresta nel sud del paese; forse altrettanti hanno combattuto nel nord del paese, attorno alla capitale Tallinn. Laar sostiene che una stragrande maggioranza dei partigiani anti-Comunisti erano ragazzini, per lo piu´provenienti dalle famiglie piu´povere e contadine. Fra questi in Estonia viene sovente ricordato, un leggendario comandante delle "formiche di Kaljurand", conosciuto come "la terribile formica". Anche le donne inoltre hanno combattuto accanto alla guerriglia, in particolar modo durante la seconda fase di lotta di resistenza. Nelle città dell'Estonia, erano i cosiddetti "fratelli urbani," o piccoli gruppi politici e paramilitari, ad operare azioni di attacco, sabataggio o raid contro obiettivi militari sovietici. I gruppi erano composti in gran parte di giovani, soprattutto motivati dall´esperienza al fianco dei tedeschi: giovani scout, studenti delle scuole superiori ed allievi dell'università. Inizialmente, i partigiani estoni, erano attivi in grandi unità di coesione sferrando attacchi ai trasporti sovietici, ai rifornimenti dell´Armata Rossa, liberando i prigionieri, conducendo azioni di espropriazione, giustiziando agenti, collaboratori e spie dei comunisti. La maggior parte delle unità di rivoltosi erano entrate spontaneamente nella resistenza. Circa cinquemila miliziani erano subordinati alla più grande organizzazione estone del guerriglia, la Lega per la resistenza armata (Relvastatud Voitluse Liit-RVL). La centralizzazione dello sforzo militare in campo aperto, seppur senza termini di reale confronto con l´Armata Rossa, ha avuto i suoi relativi lati di efficacia soprattutto grazie alla coordinazione degli attacchi dei partigiani. Una resistenza scardinata tuttavia dal rischio sempre più intensificato di infiltrazione degli agenti comunisti. L´esercito di resistenza estone RVL ed altre organizzazioni favorevoli all´indipendenza hanno sempre operato anche al termine della guerra nella speranza dell´imminenza dello scoppio della terza guerra mondiale. Sbagliavano ed entro 1949, la polizia segreta sovietica, il NKVD, si era infiltrata smantellando l'ordine centrale del movimento di ribellione. Contro i guerriglieri anti-Comunisti i Sovietici non lesinarono forze schierando intere unità dell'esercito rosso, della milizia ed della polizia segreta NKVD, oltre alla collaborazione attiva della popolazione russa e dagli estoni filo-comunisti. I piu´feroci nelle proprie azioni di repressione (e prevenzione) erano i gruppi della Difesa della Popolo (Rakhvakaitse). Queste unita´ erano composte esclusivamente da estoni, tuttavia sotto la totale obbiedienza della polizia di sicurezza sovietica. Miliziani che godevano dell´aiuto di un gran numero di informatori locali, di collaboratori, di agenti e "di intellettuali di sinistra particolarmente ambiziosi." Al tempo, il numero di collaboratori con i comunisti ha addirittura superato il numero effettivo dei ribelli. Il terrore staliniano aveva avuto il suo effetto. Un intero popolo era impaurito dai comunisti che applicavano sistematicamente il principio della responsabilità collettiva. Come punizione all´aiuto ai partigiani, o presunto tale, le fattorie venivano messe al rogo e gli abitanti dei villaggi deportati in Siberia. I comunisti avevano inoltre smantellato i villaggi rurali più grandi e consegnato gli appezzamenti di terra ai piccoli contadini, diminuendo così temporaneamente l'ostilità del villaggio verso l´oppressione sovietica. Anche quando nel 1949 la stessa terra fu nuovamente confiscata agli stessi contadini durante la campagna brutale di collettivizzazione, la gente reagì passivamente con un atteggiamento di rassegnata impotenza. Immediatamente dopo, su richiesta di Stalin, i comunisti locali stilarono le liste "dei nemici del popolo" dando il via ad una nuova ondata di deportazioni in Siberia. In questo periodo altri 20.000 estoni furono internati nei Gulag, giudicati sul solo sospetto di aiutare i Fratelli della Foresta. Fu questo un colpo mortale per le sorti dell´insurrezione di massa. L´Occidente, le potenze vincitrici, non ebbero considerazione per l´Estonia nonostante le ripetute missive di protesta inviate dagli esuli estoni. I governi occidentali si interessarono della causa estone, tardivamente e per comodo, all'inizio degli anni Cinquanta, in piena guerra fredda. Ma era troppo tardi. Soltanto i finlandesi aiutarono i ribelli estoni, collaborando alle fughe di frontiera. Anche prima che i Soviet distruggesserò l'RVL, ed altre organizzazioni partigiane, i fratelli della foresta avevano cambiato le tattiche della loro lotta. Cominciarono a pubblicare giornali e opuscoli, a verniciare gli slogan sulle pareti della città: "La guerra in Estonia sarà lunga!" e "Morte ai bolsheviks!". I partigiani anticomunisti cominciarono a scavare le proprie basi nei carbonili delle foreste e nei pressi dei villaggi amici. Diminuirono con arguzia il numero di azioni in campo aperto, rinviando le attività di guerriglia a piccole mirate azioni ed affrontando i conflitti a fuoco aperti sono in caso di autodifesa. Alle azioni della guerriglia estone si rispose ancora con la tecnica del terrore comunista operato dagli agenti della polizia segreta locale e dai collaboratori. Läär crede che i "insurgents" abbiano ucciso i comunisti, non per i motivi ideologici, ma per il ruolo ufficiale avuto nell'occupazione. Per esempio, sul suo arrivo ad un nuovo presidio di sicurezza sovietica in un villaggio di boscaioli, un giovane poliziotto chiese ai locali che cosa avrebbe potuto attendersi dai fratelli della foresta. I contadini risposero: "dipende da che genere di essere umano siete." Poiché il poliziotto risultò essere pacato, rifiutando ogni persecuzione contro la comunità locale ed in gran parte ignorando i ribelli, gli fu´permesso di vivere.
Dopo il 1950 riprese la repressione . Le truppe sovietiche di sicurezza continuarono a perseguire le piccole unità dei fratelli della foresta e dei vari partigiani. Furono cacciati come animali selvaggi ed i carbonili dati alle fiamme. Secondo le fonti sovietiche, prima del 1947, 15.000 fratelli della foresta furono uccisi, arrestati, o dispersi nella foresta sotto il falso pretesto di un'amnistia. Dal 1950 quasi 10.000 nuovi rivoltosi anti comunisti "sono stai neutralizzati". Molti altri partigiani sono caduto vittime di trappole, di uccisioni a tradimento. Molti fratelli della foresta sarebbero stati curati con vodka avvelenata dai contadini corrotti dalla polizia di sicurezza. Le ultime grandi battaglie combattute dai ribelli si ebbero nel 1956. La rivolta scoppiò in grande stile, migliaia di fratelli della foresta emersero dalla clandestinità. A chi si sarebbe consegnato alle autorità sovietiche sarebbe stata concessa un´amnistia. Molti seguirono l´offerta. Altri decisero ancora la strada della lotta clandestina, rimanendo nella foresta, rifiutando di accettare il giogo sovietico. Per scelta condussero una vita semplice, fra gli animali, i funghi e la frutta selvaggia. La polizia segreta, il KGB, non li aveva dimenticati. Per esempio, nel 1965 il fratello Raimond Molder fu arrestato in una retata della polizia dopo avere ferito due uomini del KGB durante uno scontro. L'ultimo dei ribelli il leggendario Saabe della contea di Voruuma è stato attacato dal KGB in 1978. Saabe è morto suicida per sfuggire all´arresto. Questo ultimo atto della resistenza anti-comunista estone è avvenuto trentatre anni dopo la conclusione della seconda guerra mondiale. Ma non era la conclusione della lotta. L'autore del libro pocanzi citato è egli stesso la prova migliore di ciò. Laar era uno dei principali dissidenti estoni, negli anni '80 ha fondato la società della tradizione estone. Agli allievi clandestini di organizzazione ed erudire i giovani sulla vera storia moderna dell'Estonia. Hanno vagato per la campagna, per raccogliere testomonianze orali circa i fratelli della foresta. I giovani attivisti della società, con i loro amici anziani che erano veterani della lotta partigiana anti-comunista, hanno costituito il nucleo del movimento estone contemporaneo di indipendenza. Insieme, hanno partecipato alle dimostrazioni generali iniziate nel 1988. Sono stati i primi a sventolare la bandiera vietata dai russi dell´Estonia libera. Hanno costituito il partito estone di indipendenza nazionale. Nel 1991 l'Estonia ha approfittato della situazione internazionale ed interna propizia a riguadagnare la relativa indipendenza. E´stata una lunga lotta: oggi ci sono in Estonia meno estoni che nel 1939. Secondo Laar, gli estoni hanno trovato la resistenza a combattere la persecuzione per tante decadi grazie alla forza "con la quale hanno fissato i legami fra il passato ed il presente, la conservazione della memoria collettiva." La tradizione contro il comunismo.
9 commenti:
grazie cuore impavido
ora finalmente posso abbandonare gli studi e buttare tutti i miei libri..
d' ora in poi mi basterà un doppio clic e le porte del sapere universale mi si apriranno...
padania forever...
grazie a te... ottima idea la tua. Scusami se tenderò ad essere di parte ma lo faccio solo per bilanciare la storiografia ufficiale da sempre parziale. Non solo comunista, sia chiaro, dalla parte degli interessi forti... ma sempre e solo ingiusta per alcuni. Ad esempio scommetto che non hai studiato nulla in merito alle fosse ardeatine a scuola. MAI MULA'
ghe l' ho studiat
ghe l'ho studiat...
te preocup no....
libera la storia dalla faziosità bolscevica e giudaico-massonica
cuore impavido, sempre dalla parte dei più deboli, o novello robin hood...
grazie per i complimenti... cuore impavido William Wallace, mitico eroe scozzese morto per la libertà del suo popolo, e novello Robin Hood altra figura (forse più leggendaria che reale) della lotta per il diritto, a non essere affamato, del proprio popolo. Naturalmente preferisco lo scozzese Wallace che abbiamo ammirato tutti nel mitico film Braveheart - cuore impavido (che suggerisco a chi non l'avesse ancora fatto di guardarlo) che non il Robin Hood (pur sempre un inglese) che come dicevo è forse una figura più leggendaria che reale e che in realtà, sempre con il forse, era semplicemente un ladro che rubava ai ricchi giusto perchè ai poveri c'era niente da portar via. Saluti
bravo ettore, giusto parlare di questa pagina di storia. a quando una sezione sul porraimos, l'olocausto nazista verso i rom? Paolo
ma un cervello che pensa da solo ce l'hai? e degli occhi per vedere ce l'hai? e un cuore che batte ce l'hai?
che vuoi dire aaalan?
bravissimo! la verità sulle falsità scritte dai vigliacchi vincerà!!
posso aggiungere 1 una nota? un gruppo della 19°SS Latvia(volontari formati da anticomunisti baltici) si sono ricongiunti ai "fratelli della foresta" dopo la ritirata delle truppe tedesche l'11 maggio 1945 e hanno continuato a combattere contro le truppe sovietiche, risulta inoltre che alcuni fratelli della foresta nell'ottobre del '56 si sono impadroniti di radio Riga chiamando i baltici alla rivolta, dopo,.......il silenzio.
Un minuzioso resoconto, che contribuisce ad informare meglio su un tema sconosciuto in Occidente.
Un ulteriore "distinguo": La Lettonia e (soprattutto) l'Estonia furono le vere vittime di Stalin, mentre la Lituania durante la dominazione sovietica ebbe un comportamento collaborazionista.
Sarei onoratissimo se mi visitasse e leggesse la pagina sulla Lituania.
Cordialita' e saluti dall'unica Estone che vive in Provincia di Mantova.
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